giovedì 20 agosto 2015

PREMIO “MONTALE FUORI DI CASA” ANNO 2015 XVIII EDIZIONE 24 LUGLIO 2015 ORE 21.00 CENTRALE ENEL LA SPEZIA - Assegnazione Premio Montale Fuori di Casa 2015 – Sezione Collaterale Ligure – a Donatella Zanello:

Sala Culturale CarGià - Promzione Artistica 2015
Sezione - Eventi Artistici e Culturali
  
PREMIO “MONTALE FUORI DI CASA” ANNO 2015 XVIII EDIZIONE
24 LUGLIO 2015  ORE 21.00  CENTRALE ENEL LA SPEZIA
- Assegnazione Premio Montale Fuori di Casa 2015 
– Sezione Collaterale Ligure –
  a Donatella Zanello:
MOTIVAZIONE: “Per una Poesia che del Viaggio, reale o metaforico, ha fatto il tema centrale della sua ricerca poetica. Viaggio nello spazio, viaggio nel tempo e dentro se stessa, alla ricerca di un filo da riannodare, di una verità, pur se dolorosa, da raggiungere. Come mirabilmente è stato scritto: Non sono pagine ma vele, salpano dal golfo di Lerici ed approdano al confine delle terre Provenzali. Nelle sue poesie su Liguria e Provenza il potente respiro del mare è onnipresente, così come lo è la dolorosa meditazione sul senso ultimo della vita. Non pensiamo di sbagliare nell’affermare che la poesia della Zanello si svolge nella grande tradizione della linea ligure, da Sbarbaro a Montale.
Lieve passammo il confine, scrive l’autrice e lieve veramente è la sua poesia, che talora si risolve in idillio, visione che coinvolge insieme paesaggio e anima; lievi non sono però le domande che ci si pone, sul senso della vita e sul destino dell’Uomo.”

PRESENTAZIONE  di   Giosanna Pigoni:

“ Il Poeta oggi diventa l’essenziale decifratore di un mondo incomprensibile, fuori dal caos e dalla disumanizzazione. Al termine di questa interessante stagione del Premio Montale non poteva che esserci la Poesia e con una poetessa del valore di Donatella Zanello che ci disseta con un provvidenziale zampillo di acqua fresca, con una vitale boccata di ossigeno in tanto squallore dello spirito.
Le sue poesie – scrive Cristiano Mazzanti – “non sono pagine ma vele”:
ascoltate la melodia, il soffio astratto che percorre questa poesia:

Lieve passammo il confine

  Lieve passammo il confine,
  linea astratta d’ombra e di luce,
  nel verde dei giardini
-         nel colore del mare mutevole –
era la Francia, con le serre lucenti
sospese come specchi
al riflesso del cielo.
Vedemmo colline intere
di rose e lavanda.
Era la vita che ci univa
eternamente nel suo abbraccio.

(da “Poesie Provenzali”)

Emozionanti immagini cristallizzate in una visione che abbraccia terra, mare e cielo….. Che cos’è la Poesia? Fin dall’antichità hanno dibattuto fior di poeti ed intellettuali per definirla. Dal greco “poiesis” – creazione ….ma creazione di cosa?
Bella la definizione di Unamuno: “eterizzazione di ciò che è momentaneo”.
Baudelaire, così amato dalla nostra artista, tanto da essere citato nella seconda pagina di “Poesie Provenzali”: “Nous fuirons sans repos ni trèves vers le paradis de mes rèves” ci dice che la vita è una foresta di simboli e il poeta ha il compito di svelare le verità celate nel profondo ma la definizione più calzante per queste commoventi liriche è quella di Ungaretti: “Il miracolo della poesia non sta nel linguaggio ma nella tensione che lo anima.”
Questo miracolo fa la Zanello, che partendo da una geografia vera…Lerici, Portovenere, le coste Liguri, la Provenza ed il mare, ovunque ci conduce in orizzonti infiniti, fuori dallo spazio e dal tempo….. questa meravigliosa ossessione del mare è presente in gran parte delle sue liriche.
Il colore del mare è azzurro. E cos’è l’Azzurro? Non è forse quel Azur che in francese definisce poeticamente proprio l’infinito, il cielo, il mistero?
La ricerca della nostra poetessa tuttavia va oltre il mare.
Il mare è il forte simbolo del viaggio della sua anima inquieta, un’anima come lei stessa confessa “straniera ovunque”. Questa “estraneità” che separa il poeta dal mondo non è un sentimento di indifferenza ma di sofferenza… pensiamo a Camus, allo stesso Moravia…al contrario è motivo di razionale riappropriazione del vivere che la Zanello fa offrendoci questi idilli che sono le sue liriche, veri e propri “scrigni di visione” nel senso letterale del termine….
Le coste colorate dal cielo e dal mare, Nizza “bianca accecante di strade/che portano al mare”….”l’orizzonte di luminose onde/antico” ….”fiori e farfalle/nel vento” della Provenza, scivolano davanti ai nostri occhi provocando emozioni e riflessioni profonde.

Maria

Da mattino a sera nei campi,
a seminare, ad accarezzare
la madre terra.
Maria, semplicità di un nome
e una bellezza
che a settant’anni
mai non tramonta,
fascino di gitana
e musica di violini,
dal Sud della Francia.
Sorella amata
del padre che ho perduto,
che vivi, libera
come nessuno è più
nel frastuono del mondo,
su questa collina aspra,
al limite di cielo e vento.
(daIl tempo immutabile”)


 La poetessa ci conduce delicatamente in un Eden perduto dove le passioni e i dolori terreni sembrano allontanarsi…..ma avvertiamo una sottile inquietudine in questo tripudio di luci e colori…sentite la bellezza dolente di questo verso:
“Stamane al risveglio il cielo era così lieve / e così doloroso / il peso della vita nel corpo” (da “Passiflora”)  ed ancora :
“Lavare via/ questa stanchezza / che pesa / come un mantello / avvelenato”
(“Poesie Provenzali”)
Questo limite del corpo che appesantisce sulla terra ci riporta ancora al grande Baudelaire (“Albatros”).
Pensiamo ai titoli delle raccolte: “La Sognatrice”, “La donna di pietra”, “Polvere di primavera”, “Passiflora”, “Il tempo immutabile”, “Poesie Provenzali”, “Labirinti”,Il colore del mare”:  sono essi stessi evocativi di una malinconia dell’essere, di quel male di vivere di ottocentesca memoria, che nella Zanello si esprime con una sensibilità molto moderna e vicina al nostro sentire:  il senso di una precarietà del vivere, della rapidità del viaggio della vita che rende il tutto un nulla….il contrasto fra la bellezza del pianeta e la stupidità umana che non ne ha consapevolezza….. il luogo della vita è luogo della parola e la parola scritta la poetessa la sente infine impari a svelare la Verità…. Estenuante è il compito che è dato al Poeta …
“Le mie parole sono pietruzze sulla spiaggia /granelli di sabbia / aspetto che l’amaro tempo / si porti via / tutto quello che ho e che sono.”
“E’ così atroce la Bellezza”.
Queste liriche, così essenziali, levigate, profumate dal mare e dal cielo e dal creato tutto, nella loro apparente semplicità rimandano a significati forti, al mistero più profondo dell’essere.
Le liriche della Zanello sembrano vibrare nello spazio ma sono invece ben radicate alla realtà del vivere… pensiamo alle poesie dove è spesso presente l’amore per il suo uomo, per le figlie, per la madre ed il padre, per il nonno mitico navigante pescatore per il quale “La memoria è diventata poesia” (“Il colore del mare”).

Il lessico è solo apparentemente semplice, sfrondato com’è da ogni sovrabbondanza lirica ma ha ilpotere di farci riflettere sull’infinita pochezza dell’uomo di fronte all’infinita grandezza dell’universo….subiamo l’incanto della parola che rasenta il mistero. C’è forte quell’implacabile ed inesorabile passare del tempo, quel divenire insensato delle cose, quello spazio che si vorrebbe racchiudere nella casa sul mare, anche se, dice la poetessa:

“la mia casa è ovunque
ora che mi sento di appartenere
all’universo.”
(da “Poesie Provenzali”)


La capacità dell’artista è tutta in questo tenerci in tensione creando un pathos tra lei ed il creato e noi….un tramite.
Liriche che sono quadri, pitture dilatate, tanto da poter dire con Orazio:
“Ut pictura poesis”.
Come il Poeta sentiamo forte la presenza della vita e della morte una nell’altra, nella grande bellezza di un universo che si ricrea incessantemente.

Distanza

Stasera grande è la distanza
tra me e coloro che ho amato.
Visioni e ricordi scendono
sul declivio della collina.
Così si allontanano
gli amati giorni
della rabbiosa giovinezza.
Lungo il sentiero di San Lorenzo
le pietre arroventate dell’estate
gridano la polvere dei secoli
ed ogni storia si confonde
con il canto monotono delle cicale.
Questo è l’orto degli ulivi
che somiglia a tanti altri luoghi.
Il mondo è così piccolo
per le nostre anime,
per le nostre lune piene.
Era facile, negli anni giovani,
confondere realtà e fantasia,
nel magico specchio delle acque.
Ora rimbomba alle orecchie
il furioso abbaiare dei cani,
dal basso, dal fondo della valle.
Nella nebbia del tramonto
affondano le sopite passioni.

(da “Il tempo immutabile”)

Tra razionale ed irrazionale  insiti nella condizione umana l’artista cerca una via di fuga attraverso una realtà superiore – la Poesia – salvifica rispetto ad una realtà insopportabile.
Termino con una citazione di Hermann Hesse: “Spesso ho tentato la strada per la tremenda realtà dove hanno valore mode, assessori, leggi, denaro,  ma solitario mi sono involato deluso e liberato là dove follia beata zampilla. Questa follia è la Poesia, mondo di nostalgia pazza di cui sono schiavo eternamente.”
                                                               Giosanna Pigoni
                                                                                                         

Giosanna Pigoni è docente di lingue e letterature francese e spagnola ed è membro di Giuria del Premio Montale Fuori di Casa.

Nella fotografia della cerimonia di Premiazione presso la Centrale Enel della Spezia: Donatella Zanello, Giosanna Pigoni, Adriana Beverini Presidente del Premio Montale, 


                                                                                            Donatella Zanello


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EDC

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