venerdì 5 settembre 2014

ITALO BERNARDINI SCULTORE - Recensione di Franco Ortis

Sala Culturale CarGià - Promozione Arte e Cultura  2014
Sezione - Recensioni


Ho conosciuto Italo Bernardini molti anni fa. A quel tempo, siamo negli anni 70, insegnavo al liceo Parentucelli di Sarzana disegno e storia dell’Arte e mi piacevano molto la pittura e la scultura.
Avevo incominciato a dipingere nel 1965 ma la prospettiva geometrica è
sempre  stata la mia prediletta al punto di farla apprezzare ai miei giovani alunni.
Avevo cominciato a vederla di buon occhio fin dal mio insegnamento per 4 anni presso l’istituto industriale della Spezia e ho persino scritto un libro su tutte le costruzioni geometriche per altro mai pubblicato malgrado l’avessi inviato a una casa editrice atta ai libri scolastici.
Un giorno si è presentato alla Sprugola, la galleria d’arte che dirigevo con l’amico pittore Franco Levi deceduto anni fa, una persona che si è
interessata ai  quadri esposti e, dopo averli visitati, ha cominciato a chiacchierare con me. Così sono venuto a conoscere Italo Bernardini e il suo procedere nell’arte scultorea. Mi ha invitato. a visitare il suo studio a Solaro sopra San Terenzo e sono rimasto a bocca aperta, come si suol dire, vedendo la sua opera, al punto che nel 1977 cioè quando Tele Liguria Sud ha cominciato le sue trasmissioni, ( don Dino Viviani parroco di S. Maria Assunta l’aveva fondata e era venuto a cercarmi alla Sprugola proprio perché io creassi una trasmissione d’Arte da mandare in onda una volta alla settimana e ancora oggi, dopo 37 anni, è trasmessa tutti i martedì alle ore 22) ho filmato i suoi lavori e gli ho dedicato ben 25 minuti nella mia trasmissione. Il bassorilievo che qui vedete è stato un suo  dono. Ho considerato subito la scultura di Bernardini nella sua interezza, mi è piaciuto il suo genere e soprattutto la sua onestà di lavoro senza pregiudizi. Ho guardato i suoi aspetti che sono di un Rodin meno levigato e che ho giudicato derivanti da un ordine classico dominante la scena artistica ma verosimilmente il suo romanticismo nè giovane nè vecchio ma se stesso.
Italo Bernardini non fu mai il sostenitore di un espressionismo astratto bensì la fonte di avanguardia novecentesca e cioè un’alternativa alla riduzione geometrica di un Cezanne postimpressionista.
Il significato formale della sua scultura non mutò mai e, specialmente nei bassorilievi, è il suo mondo che non conosce sottigliezze, degradazioni dei toni e se mai residui appunto di fiamme antiche.
I suoi bassorilievi e le sue forme a tutto tondo sono di una coscienza estrema, decisa, padrona dei suoi mezzi e rivolta a un fine determinato. La sua potenza di immagine è emozionante, ricca di fascino, senza quelle molteplici motivazioni psicologiche che sono in grado di infondere ambiguità e mistero alla loro chiarezza. La vita e l’arte di Bernardini sono state giuocate secondo, come si suol dire, secondo il buon tempo andato e per lui anche poesia della scultura e entro lo spazio intimo e purtroppo breve che stava attorno alla sua vita di uomo.
Il mondo che l’ha ospitato è tutt’ora un mondo d’arte sempre più deserto di sincerità, che non manca comunque di coraggio e se mai amaramente sconsolato. Le immagini di Italo Bernardini non sono mai state ignude, di potente bellezza, sono state anche un modello eroico da lui studiato non nella staticità solenne di lavori espressi da artisti  pittori o scultori a  lui contemporanei e non gettandosi mai contro il legno o la ceramica o il bronzo con incontenibile violenza.
Ciò non era necessario per liberarne la forza o l’intendimento. La vita artistica di Italo Bernardini ha considerato il culto della bellezza e il forte operare per imprimere alla sua materia le idee e la sua determinazione al destino di artista.

Franco Ortis - La Spezia 5 Settembre 2014


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