mercoledì 16 ottobre 2013

EZIA DI CAPUA: PROSPETTIVE IN ACQUERELLO 1976 - 2013: riflessioni di Ezia Di Capua



Prospettive in Acquerello 1976 – 2013
L’alfabeto della materia si rivela traccia del tempo  -  riflessioni di Ezia Di Capua

uggeriscono un’idea di bellezza, di armonia, di perfezione le mie opere e, la prima cosa a cui
EZIA DI CAPUA

penso è che tanto ordine e tanto splendore……può esprimere il sogno di un luogo che rispecchia l’ordine cosmico perché quanto è espresso è governato da proporzioni matematiche che esaltano anche il valore spirituale.
L’architettura classica, razionale, costruita scientificamente, attraverso regole matematiche diviene anche  attraverso la prospettiva simbolo di rettitudine.
Il luogo diviene perfetto perché Dio ha dato all’ uomo la ragione e con la ragione l’architetto può adottare la proporzione numerica che domina nella creazione del mondo.
Questa proporzione, secondo cui il tutto sta alla parte maggiore come la parte maggiore a quella minore è appunto la divina proporzione: Leonardo la chiamerà “sezione aurea”, Keplero “ sectio divina”.
La si può tradurre con  il numero 1,618, “ il numero d’oro”, una sorta di costante segreta, quasi una firma divina  che si può scoprire in natura e che anche le grandi civiltà antiche, i maestri di ogni tempo, lo hanno impiegato. La si individua nelle proporzioni di una foglia, nell’ansa di un vaso greco, come nella tela di un ragno. Tutto è governato da proporzioni numeriche e anche la composizione di una scultura, la composizione di un quadro, se vogliono esprimere armonia, devono esserlo. Questa regola insieme evidente e misteriosa è alla base delle mie opere.
La loro creazione richiede metodo. La libertà creativa non ha nulla a che fare con l’improvvisazione, ma è frutto di studi preparatori.
Questo studio, questa riflessione diviene dialogo e sguardo interiore e l’intuizione a poco a poco diviene segno e colore sul foglio, arte che  sboccia ricca della forza dei sentimenti, canto di vita dove gioia, dolore e bellezza si fondono in un fecondo cammino creativo.
Opere quindi come straordinario inno alla vita e insieme dramma cosmico che coinvolge gli uomini, ponte tra cielo e terra, universo neoromantico ricco di nostalgia e di desiderio per un Eden possibile, a volte canto profetico, metafisica del dolore trasfigurato da una luce interiore memoria di resurrezione. Il disegno, nutrito di una tensione spirituale, è efficace anche nel non finito.
La purezza del disegno ne svela la padronanza e questo non è virtuosismo ma pura poesia dell’immagine che va dritta al cuore.
Le opere, nella loro grande  forza evocativa sanno commuovere e chiedono di essere contemplate.

Ezia Di Capua



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