martedì 9 luglio 2013

VALERIO SIMINI - conferenza - MUSICA E CANZONI NELLA TERRA DEI FARAONI: L'ANTICO EGITTO E LE SUE PAROLE "IN CANTO"

MUSICA E CANZONI NELLA TERRA DEI FARAONI: L’ANTICO EGITTO E LE SUE PAROLE "IN-CANTO".

Sala CarGià Atelier a cielo aperto – Simposio d’arte e cultura 2013

Parco Shelley di San Terenzo 11 Luglio 2013 ore 21:00
Conferenza di Valerio Simini: “ Musica e canzoni nella terra dei Faraoni: l’antico Egitto e le sue parole in-canto

L’Egitto è una terra che sa raccontarsi attraverso i millenni. Innumerevoli documenti, nel loro abbagliante splendore, narrano la vita di uomini e divinità che hanno vissuto sulla terra del Nilo. Con la decodificazione dei geroglifici, avvenuta poco meno di due secoli fa per mano di Champollion, un’infinita quantità di iscrizioni fino ad allora misteriose, ha iniziato a regalarci preziose informazioni sull’animo, sui pensieri, sulle speranze di un popolo distante millenni da noi. Con il desiderio di sconfiggere la morte e lo scorrere del tempo che tutto cancella, gli Egiziani hanno immortalato, con iscrizioni e opere d’arte, ogni singolo aspetto della loro vita, dalle più grandi esperienze fino ai piccoli dettagli della loro esistenza. Sorprendentemente, in questa ansia di rendere tutto eterno, non è stato scritto neppure uno spartito musicale. I suoni, le melodie e i ritmi di questo popolo sembrano non aver lasciato traccia. La musica, infatti, si tramandava per via orale e attraverso la pratica. Eppure per noi è davvero difficile, se non impossibile, immaginare una civiltà così ricca circondata dal silenzio. Autori classici, come Platone, hanno scritto sull’arte musicale egizia, tessendone le lodi. Secondo il filosofo greco, la musica egiziana era perfetta, poiché creata dalla dea Iside e, in quanto divina, l’arte dei suoni non era mai stata mutata. Gli Egiziani stessi invece, che non erano soliti scrivere trattati filosofici, non hanno lasciato alcun documento che facesse luce sulla loro interpretazione della musica. Se da una parte, dunque, le fonti letterarie sono “mute”, dall’altre parte le fonti archeologiche sono più che abbondanti. Papiri, statuette, ostraka, oggetti decorati, rilievi e pitture sulle pareti di tombe e templi, assieme a una gran quantità di strumenti musicali, conservati nei musei di tutto il mondo, ci permettono di ricostruire l’antica vita musicale lungo il Nilo. È possibile quindi costatare quanto la vita di tutti gli Egiziani fosse costantemente scandita dal ritmo della musica. Tutti potevano suonare: donne, uomini e bambini; tutti ascoltavano la musica: re, nobili e, naturalmente la più grande parte del popolo egizio, costituita da contadini e pastori. In ogni occasione vibrano suoni di strumenti musicali e si alzavano canti: dalle più gioiose, quali le feste mondane, alle più drammatiche, durante i riti funebri; dalle più sacre, quali le cerimonie religiose, alle più solenni, come le processioni militari; nell’harem del faraone e nei campi durante il lavoro. A fianco delle scene musicali, dipinte e scolpite sulle pareti delle tombe, restano immortalati i testi delle canzoni dei musicisti professionisti raffigurati mentre si esibiscono. Sono quindi noti i testi di molti brani composti più di tremila anni fa. Da queste iscrizioni traspare l’animo del popolo egizio, in ogni sua sfumatura. È ancora oggi possibile leggere il dolore e la speranza, nelle parole intonate durante i canti dedicati ai cari defunti, e abbandonarsi ai “dolci versi”, ovvero i canti d’amore, sofisticati e emotivamente coinvolgenti al tempo stesso, oppure ripercorrere le profonde riflessioni dei canti degli arpisti, le cui composizioni affondavano le loro radici nella letteratura meditativa. Quello dell’Egitto antico è senza dubbio uno dei popoli più religiosi di tutta la storia ma, sorprendentemente, tra i capolavori letterari nati sulla terra del Nilo, sorprendono per la loro profondità alcuni testi di canzoni, generalmente definiti come “canti eretici”…
Valerio Simini


Valerio Simini si è laureato in Egittologia a Pisa. Lavora come archeologo, partecipando a scavi e ricognizioni archeologiche. Ha realizzato gli acquarelli esplicativi sulla Preistoria nel volume “Sperimentando la Preistoria: Il Paleolitico” (ed. Grafiche Lunensi, Sarzana 2007).
È coautore del libro "Sono venuta correndo a cercarti. Canzoni e musica dell'antico Egitto" (Edizioni ETS, Pisa, 2010), assieme alla prof.ssa Marilina Betrò (Università di Pisa); a sua cura sono le illustrazioni del volume.
Suo principale interesse di ricerca sono la musica e i canti dell’antico Egitto.
Ha al suo attivo pubblicazioni inerenti l'Egittologia e, in primo luogo, la musica e i canti dell’Egitto antico.
Su questo tema ha tenuto conferenze e presentato contributi a convegni internazionali.
Collabora con il Museo Archeologico del Castello S. Giorgio alla Spezia, per la catalogazione dei reperti archeologici di produzione egizia.
Ha curato l'allestimento di una vetrina di reperti di produzione egizia, in occasione della mostra egittologica “Sulle tracce di Champollion” al Museo Archeologico del Castello di S. Giorgio alla Spezia.
Al Museo Archeologico del Castello S. Giorgio alla Spezia svolge attività didattiche di laboratorio di tipo archeologico.


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