mercoledì 15 maggio 2013

ENRICO AMICI: VISIONI URBANE - las La Spezia


Col workshop WALKING MY LIFE
realizzato con gli studenti del Liceo Artistico e dell’Istituto Fossati La Spezia

a cura di Enrico Formica
  
16 MAGGIO – 22 GIUGNO 2013
Inaugurazione: 16 maggio ore 18

Orario: dal 16 maggio al 7 giugno: martedì-sabato 17,30-19,30
Dall’8 giugno al 22 giugno: lunedì-sabato 9,00-13,00
WALKING MY LIFE: sempre lunedì-sabato 9,00-13,00
Per gruppi e scuole possibilità di visita al mattino su prenotazione (0187510228)

Enrico Amici lavora da tempo su committenze pubbliche e private alla documentazione di eventi  artistici e culturali. Inoltre, sulla scorta dell’insegnamento di Sergio Fregoso, ha condotto numerose campagne di indagine e documentazione del territorio, ampliate in una generale dimensione di Urban landscape.
Vengono proposte alcune di queste esperienze, presentando tra l’altro estratti della documentazione di Artsenal, la stagione di spettacoli ambientata nel 2012 all’ex-caserma Mardichi.
La mostra è accompagnata dalla presentazione del workshop WALKING MY LIFE (il mondo visto dai piedi degli adolescenti), realizzato con gli studenti del Liceo Artistico e dell’Istituto Fossati, ultimo di una lunga serie di laboratori didattici nelle scuole.


 ENRICO AMICI: VISIONI URBANE

Nel lavoro di Enrico Amici, che attraversa tutti gli ambiti canonici della fotografia dal ritratto al paesaggio, prevale
ENRICO AMICI
l'esecuzione di progettimirati su committenza pubblica e privata.
La sua professionalità si è affermata in modo particolare in due direzioni: da un lato, ha documentato eventi artistici e culturali; dall'altro, sulla scorta dell’insegnamento di Sergio Fregoso, ha condotto numerose campagne di indagine del territorio, ampliate in una generale dimensione di Urban landscape.

Le due direttive sono accomunate dall'essere comunque rappresentazione dell'incessante azione umana, creativa o distruttiva che sia. Anche le non molte foto da lui scattate nella natura, per esempio nelle Cinque terre, sono più riflessioni sulle modalità dell'intervento umano che esaltazioni della bellezza del paesaggio.
In sostanza il suo intero percorso è una riflessione sulla trasformazione del territorio: costruzioni e rovine, strade scalinate e piazze, luoghi socialmente rilevanti (tribunale, ospedale e edifici pubblici) e non luoghi di confine (il concetto di limite è stato da lui lungamente meditato). Le incessanti mutazioni della contemporaneità comportano rilevanti cambiamenti delle percezioni estetiche, inducono sempre nuove prospettive di osservazione. Ogni giorno si creano nuovi oggetti, con nuove linee e nuovi colori, innaturali, artificiali, ma non per questo meno affascinanti. Allo stesso tempo, gli edifici e i manufatti sono soggetti a rapide obsolescenze, ristrutturazioni, restauri, perdono centralità e senso.
Enrico Amici osserva queste mutazioni senza giudicare, con una partecipazione estetica più che etica, capace, come i libri di Ballard o i film di Wenders, di cogliere nuovi spunti sia in desolati spazi periferici, in recinzioni arrugginite, in strutture corrose e abbandonate, sia in svincoli e tangenziali,in vetri e acciai levati al cielo, in oggetti seriali freddi e funzionali prodotti dal design più avanzato.

Allo stesso modo, pur rispondendo in partenza a esigenze di documentazione, le riprese di mostre,
ENRICO AMICI
installazioni ed eventi artistici in tutta Italia (spicca la collaborazione con Michelangelo Pistoletto a Biella) fanno scaturire nuove relazioni, inducono a riflettere su come le collocazioni spaziali generano effetti indipendenti dall'intenzione delle opere, producono nuove opere di opere.
Accanto a materiali che riassumono alcune delle recenti esperienze professionali e precedenti esposizioni, si presentano estratti della documentazione di Artsenal, la stagione di spettacoli ambientata nel 2012 all’ex-caserma Mardichi.
La distanza cronologica e i differenti contesti in cui le foto sono scattate non impediscono di cogliere una sorprendente unità estetica, frutto di uno sguardo lirico e straniante sulla realtà. L'attenzione a un particolare, un taglio ravvicinato dell'inquadratura, la cattura di una luce anomala bastano a trasformare l'osservazione del reale, la registrazione dei fatti in immagini nuove e diverse.
Viene sottolineata in tal modo la natura autonoma dell'immagine fotografica, il suo acquistare pregnanza e nuovo senso in quanto tale, a prescindere dal soggetto rappresentato. L'autonomia della forma è la necessaria premessa affinché si generino anche nuove consapevolezze e riflessioni sulla complessità in cui si articola la convivenza urbana.
La mostra è accompagnata dalla presentazione del workshop WALKING MY LIFE (il mondo visto dai piedi degli adolescenti), realizzato con gli studenti del Liceo Artistico e dell’Istituto Fossati, ultimo di una lunga serie di laboratori didattici nelle scuole. Anche in questo caso, dati e esperienze quotidiane vengono filtrate con un taglio che ne mette in luce valori formali altrimenti difficili da scorgere.


Enrico Formica


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