venerdì 12 aprile 2013

POLVERE DI PRIMAVERA: Poesie di Donatella Zanello


POLVERE DI  PRIMAVERA   Poesie di Donatella Zanello

La primavera è la stagione più attesa e più amata, simbolo di  rinascita, rinnovamento e speranza. Esiste una primavera della vita, la stagione degli anni giovani, delle passioni ribelli e dei sogni. E come di ogni cosa umana, di questa stagione straordinaria resta la polvere dei ricordi, polvere dorata e magica di emozioni. Dalla riflessione sulle esperienze e sui sogni giovanili è scaturito il titolo del mio primo libro di poesie: “Polvere di primavera”, 2001, che riunisce liriche giovanili più volte premiate in concorsi letterari.                                                                                                                                                                                             Donatella Zanello


Ezia Di Capua
Acquerello - particolare
Il  tempo dell’amore 

 Come passa veloce questo tempo.
Sono anni ed era ieri,
quando il sole correva tra gli alberi,
quando il mare chiaro sembrava infinito.
Non ti ricordi
come ci amavamo ieri
e come passa la vita,
così, senza niente,
va avanti ed è finita,
va avanti ed è già sera
e poi ancora mattina
per camminare in silenzio
vicino a te,
cercare sempre
qualche cosa da dirti.
Cos’era mai la tua bellezza,
cos’era quella tenerezza,
ieri…..”

Donatella Zanello


PREFAZIONE   di  Francesco Tonelli
Così, oltre un secolo fa, Baudelaire, il Grande Poeta Maledetto, scriveva:
“Il poeta somiglia al re degli spazi che, aduso alle tempeste, va sfidando il destino. Esule sulla terra, fra beffe e strazi, le ali da gigante gl’inceppano il cammino.”
La poesia seduce la vita con amore, qualche volta fa dimenticare il sonno, insegna ad amare la musica della parola. Le generazioni che si sono susseguite dal tempo dei miti hanno sentito la necessità di preservare dalla morte le prime conquiste per dare ad esse l’immortalità. Ogni opera d’arte è stata salvata dai grandi cataclismi della Storia, è stata l’Arca Santa che ha rinnovato la vita dello spirito. E noi abbiamo fede nell’arte e nei suoi figli. Così ebbe ad affermare Ovidio: “né il fuoco né il tempo che tutto divora e trasforma riusciranno mai a distruggerla”.
La nostra poetessa con il suo “Polvere di Primavera” apre al nonno materno “Gino Galli / era un poeta / non lo sapeva”,questo straordinario pescatore conosciuto ed amato da tutti. Con grande pudore, scrive “Ho sognato sogni che non portano a nulla / ma aiutano a vivere / potrai bruciarli nel fuoco/ di una sera d’autunno” e sospinge l’anima nuova ai confini del bosco, alla Gruzza del Padre lungo i sentieri dell’infanzia e dall’alto del monte contempla il Magra che si snoda come una serpe ai piedi della Lunigiana marmorea,
dove i grandi Maestri hanno scolpito le loro opere d’arte.
Poi in una sera romantica scorge “la luna dimenticata in cielo /mentre piange le sue lacrime d’argento” e si congiunge a Dio “quando guarda lontano tra le nuvole/ dove finisce il dolore”.
Sfogliamo questo libro, proviamo a coglierne sottovoce le mille sfumature. Potremo ascoltare con lei il respiro delle onde, come quando gli angeli vanno incontro al tramonto e si confondono con i gabbiani e le rondini nella preghiera vespertina.






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