martedì 2 aprile 2013

IN RICORDO DI PIETRO VALENTINI, MAESTRO E FANCIULLO




Funerali di Pietro Valentini, nella Cappella Vescovile del Cimitero di Sarzana, alle ore 10,00 del 1° aprile. Ha presieduto Mons. Piero Barbieri parroco della Cattedrale di Sarzana. Venerdì Santo, l'infermo amico Valentini ha ricevuto la estrema unzione. Si conclude così la esistenza terrena del pittore Pietro, nato il 16 dicembre 1912 ad Arcola,  sposato a Sarzana, aveva lavorato a Oto Melara. Da poco compiuto i cento anni, era entrato nei 101 anno. Leggerezza semplicità e accoglienza  sono qualità dell'artista vero, del talento estetico di Valentini. Io ho conosciuto il maestro negli anni Ottanta, mi sono affezionato al suo mondo, ai valori perenni dell'arte, che nella nostre rispettive culture era diventato un prezioso connubio. Le volte che ci incontravamo - negli ultini sei anni, ogni domenica pomeriggio, per un'ora - si era creato tra di noi uno scambio di esperienze, un'armonia di vedute, e belle intuizioni sulla pittura, attraverso le quali ho compreso la cultura artistica del maestro, realista e naturalista, che sapeva innamorare alla vita, al suo corso di immagini, metafore, allusioni le quali tutte rincorrevano grazia e innocenza, insieme. Informavo Valentini delle cose di Lunigiana - mostre, eventi culturali, collettive di arte, poesia, libri di saggistica, letteratura, narrativa, e mi andavo accorgendo che i suoi giudizi erano penetranti e duraturi. Mi sento ancora sbandato nel vuoto della sua assenza. E posso dire di essere cambiato nella prospettiva delle arti visive, che intendo essere oggi "scienza", che ci riporta indietro agli anni dell'umanesimo e del rinascimento. Valentini sapeva bene queste cose. La vecchiaia per lui è stata scandita dal dipingere finchè la mano gli obbediva - i pronipoti Rebecca e Riccardo erano i germogli delle lezioni di pittura - poi egli è passato alla poesia conseguendo premi e riconoscimenti in Lunigiana. A volte la figlia Simonetta lo portava a passeggio in carrozzella: anche questa una visione di semplicità e di schiettezza, altre volte l'ho visto in compagnia di Veronica o di Elena, le due badanti. La pittura di Valentini merita valutazione e critica, perchè l'artista maestro ha cercato di stare sempre dietro gli altri. Tanti amici ha mandato avanti, ha scoperto tanti talenti in Lunigiana, e soprattutto con i suoi dipinti, le grafiche e le incisioni è diventato un "archivio delle bellezze di Lunigiana", in cui operava la scoperta continua di un fascino irresistibile, sparso nel Golfo dei Poeti, esteso a tre regioni, Liguria-Toscana-Emilia. Dall'estate del 1975 è diventato direttore dell'associazione "LuniArte", e attorno a lui sono collaboratori illustri e veramente tanti altri. Il LuniArte subentrava al Circolo Fiasella, aggregazione di artisti che avevano dato splendore a Sarzana negli anni Sessanta del Novecento. Spesso parlava degli amici. Conosceva bene Sarzana e negli incontri che avevamo, la prima domanda era: che novità ci sono in città? Pietro Valentini ha vissuto una vita, si potrebbe dire, inimitabile. In pittura lascia un patrimonio intenso e semplice allo stesso tempo; la pittura è come la sua anima, secondo uno psicologo francese: "siamo partiti dall'infanzia ma per ritornarvi". La concezione di Valentini in arte è immaginazione, intuizione e sentimento. Non c'è nulla di più reale della fiaba; e i colori suoi sono levità, vento, aria, libertà di espressione. Non occorre riflettere davanti alle sue opere: hanno il segno della perennità, della luce, della modestia, e in qualche modo sono "il regno di un fanciullo"(Eraclito). Più volte ho scritto su di lui, ma in questo momento mi raccolgo nel silenzio pensando al bene che ci ha lasciato con le sue opere e il suo esempio di vita gioiosa e serena. Al suo capezzale, nella villa di via San Francesco, è un capolavoro di semplicità: la Crocifissione. Certe mie pubblicazioni tramandano la memoria di una pittura che durerà nel tempo.

Giuseppe L. Coluccia 


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