lunedì 11 febbraio 2013

SALA CARGIA' PRESENTA IL LIBRO DI POESIE " LABIRINTI " di Donatella Zanello



Sala Culturale CarGià amplifica il progetto di Promozione Arte e Cultura 2013 riservando uno spazio alla presentazione di libri.
Ezia Di Capua

Carissima Ezia ti invio in sintesi il testo di "Labirinti", raccolta di poesie, 
Edizioni Cinque Terre 2013, in occasione della ricorrenza di San Valentino, 
festa degli innamorati. In questo testo la parola poetica è filo d'Arianna nel 
labirinto della vita. In queste pagine l'amore è il sentimento guida, "il primo 
mobile"che fa muovere il mondo. "Labirinti" è il percorso di una donna alla 
ricerca della felicità e della verità.La prima stesura di questo libro di 
poesie risale al 2004, con il titolo provvisorio "Una parte di infinito", 
pensato in origine come un vasto canzoniere di circa ottanta brevi poesie 
d'amore e modificato più volte fino all'attuale definitiva versione. La silloge 
inedita è stata premiata al "Città di Lerici" , nella sezione inediti del 
Premio LericiPea ed al Premio San Valentino di Terni, nel 2011 è stata 
presentata al castello di S.Terenzo con prefazione di Luigi Leonardi.
Donatella Zanello

RIFLESSIONE SUL MITO DEL LABIRINTO NELLE VARIE CULTURE ATTRAVERSO IL TEMPO di Donatella Zanello

         Nelle culture arcaiche ed in particolare in quella Egizia e Greco – Romana, l’archetipo del labirinto ricorre continuamente, quasi un tema portante che costituisce la base di ogni narrazione, elemento religioso, filosofico e storico di grande rilevanza. Il labirinto è l’immagine emblematica di un intricato percorso realizzato da chi voglia sconfiggere un mostro, il male stesso personificato, oppure
rappresenta il difficile viaggio del reduce che fa ritorno in patria (Odisseo) o del fuggiasco fondatore di un mondo nuovo (Enea).Anche la madre di tutte le guerre rappresentata nell’Iliade costituisce un vero e proprio labirinto di scontri e battaglie fino alla tragica conclusione dell’assedio.
         Il labirinto di Creta nel quale Teseo si avventura per uccidere il mostruoso Minotauro seguendo il filo di Arianna ha dei precedenti anche in civiltà molto lontane da quella cretese. Analogie sono presenti nel Cristianesimo, basti pensare alle catacombe di Roma, oppure nella civiltà etrusca (Necropoli, città sotterranee).
         Il labirinto rappresenta la lotta tra il bene ed il male, è simbolo del percorso della vita umana. Dopo l’anno Mille D.C. in Europa sorgono numerosissimi castelli, monasteri e cattedrali. Anche qui è facile ritrovare la tipologia del labirinto, così come labirintiche risultano le piante delle città medioevali con il loro dedalo di vicoli. La rilettura del mito prosegue nei secoli successivi nella realizzazione dei giardini rinascimentali e nel Settecento dei giardini neoclassici.
Anche le più moderne architetture, soprattutto museali ma anche abitative, riflettono continuamente questa tipologia.
          In letteratura il labirinto è un potente simbolo del viaggio dell’anima, senza dubbio utilizzato anche da Dante nella Divina Commedia, in particolare nella rappresentazione della discesa agli Inferi attraverso molteplici gironi ma anche nell’ascesa drammatica alla vetta del Purgatorio. Labirinti di andamento circolare, sferico, si ripetono nella terza cantica laddove anche i cieli risultano suddivisi in più cerchi concentrici. Si tenga presente che la sfera è un altro simbolo magico a cui il labirinto fa riferimento, infatti chi si perde all’interno del labirinto torna sui suoi passi descrivendo un percorso circolare. Un simbolismo potente che è possibile utilizzare in ambito filosofico, artistico e letterario, laddove il labirinto diviene, appunto, raffigurazione del percorso interiore dell’anima umana alla perenne ricerca della felicità che consiste nella sconfitta del male, felicità che è appunto assenza del dolore. Un’altra possibile interpretazione è quella del labirinto inteso come luogo di incessante ricerca della verità attraverso molteplici tappe ed ostacoli insidiosi che si frappongono, memorie culturali che forniscono indizi, ricordi ed esperienze che aiutano a proseguire il cammino nonostante le difficoltà che appaiono insormontabili.
      Esistono quotidiani labirinti della mente tanto che la vita stessa è definibile in quanto percorso come l’attraversamento di una serie di labirinti che conducono alla sconfitta delle paure e ad un progressivo aumento della conoscenza, da intendersi come saggezza o sapienza nel senso classico del termine. Va detto che ad esempio anche lo scrittore Umberto Eco nelle sue opere  (“Il nome della rosa”, “Il pendolo di Focault”) fa riferimento alla tipologia del personaggio protagonista che si perde all’interno di un labirinto di luoghi e di avvenimenti, dal quale non riesce più ad uscire, in un crescendo continuo di tensione.
        Senz’altro il tema del labirinto è a maggior ragione applicabile alla scrittura e non solo alla narrativa ma anche alla scrittura poetica. Esiste un vero e proprio labirinto della poesia ovvero la poesia stessa è un labirinto. Infatti la parola poetica è astratta, mutevole, ermetica ed enigmatica e per questo motivo imprigiona in un dedalo di incertezze e domande, rappresentando in modo efficace le pulsioni umane ed i grandi temi filosofici. Da qui il titolo di una silloge inedita che si configura come irrinunciabile momento di ricerca artistica e di compiutezza formale della parola. La versificazione è scabra, nettamente scandita quasi sempre in due gruppi di quartine, per dare maggiore risalto al contenuto. Si tratta di una riflessione concisa ed essenziale sulla condizione umana, attraverso un filo conduttore comune, il labirinto come elemento chiave di ogni percorso artistico ed umano.

                                                           Donatella Zanello

 LABIRINTI


Preferisco lasciarti
in questi giorni sospesi.
Non temo nulla ormai.
Percorro labirinti di vicoli dove


il tempo è viandante cieco.
E’ dietro le spalle il desiderio,
irraggiungibile, è un sogno
che il cielo rispecchia in mille fuochi.

  
  LABIRINTI - Prefazione di Luigi Leonardi

  In “Labirinti” molteplici sono i temi evocati da questo elemento mitico. Dal greco “labirinto” significa “ascia a due lame”. Era il simbolo del potere. In altre accezioni potrebbe essere il simbolo del disegno imperscrutabile di Dio o del fato. Riprendendo la leggenda di Dedalo e del figlio Icaro, che costruirono il labirinto di Cnosso e che ne restarono prigionieri, potremmo interpretare il labirinto come l’ordito, la trama della vita prodotta dall’uomo che alla fine resta intrappolato nelle sue stesse costruzioni, cioè passioni, desideri, ambizioni, progetti. E’ prigioniero di se stesso, questo è il messaggio. Il labirinto del passato si confonde e si interseca con le incertezze del presente, che si aprono ad un futuro sconosciuto e inquietante. Meglio un silenzio già consolidato ad un futuro buio, carico di presagi.”Una parte di infinito”. Metaforicamente il labirinto è  per questa poetessa il male interiore, una sorta di latente inquietudine foriera di dubbi e paure. Tanta simbologia si può trovare nel labirinto: una lotta, una ricerca forse anche senza fine, un viaggio, il viaggio della vita, il mistero.”Labirinti”.”Percorro labirinti di vicoli/dove il tempo è viandante cieco.”Nel labirinto si avverte la presenza forte della divinità, laddove la ricerca della felicità è la sconfitta del male o cessazione del male, secondo Epicuro, assenza del dolore, alle radici della filosofia greca. “Temporale estivo” è una poesia estremamente bella e significativa, essenziale per il tema della ricerca della felicità. E’ una sintesi perfetta della vita umana. “Nel cielo tragico sul mare”.L’atmosfera tragica ci riporta ai primordi della storia, ai classici greci, dicevo. La tragedia rappresenta la lotta umana contro gli elementi soverchianti.
 L’uomo sarà sempre schiacciato, per essere nato dovrà, alla fine, necessariamente, sacrificare la vita, tuttavia non rinuncerà alla lotta nella quale consisterà la sua ricerca, per arginare il dolore che non potrà annientare. In una delle varie interpretazioni di tragedia il termine veniva inteso come “canto per il sacrificio di un capro”, ovvero il sacrificio di un bene, la vita, del quale l’uomo sarà comunque privato. “Afferro la mia vita con le unghie”. L’anima è disposta al sacrificio per raggiungere quel centro del labirinto dove si trova l’assenza del dolore. “Vedo le cose che non esistono”: il male, seguendo un certo pensiero tomistico, è proprio ciò che non c’è, è la mancanza dell’Essere, è mancanza del bene. E sempre si annuncia la tempesta che incombe, è un momento di smarrimento e di sgomento per il poeta. La poesia potrà essere soluzione allo smarrimento? La poesia è parte della verità? La ricerca della verità è un altro tema che scaturisce da certi labirinti della mente o dell’anima. La verità: molti conflitti sono stati consumati in nome di questa parola, che a mio avviso ha il vuoto alle spalle. Cos’è Dov’è? Chi la possiede? Atheleia ovvero non nascondimento, eppure come potrebbero nascondersi i dubbi?Di fronte alla parola “Verità” si apre un labirinto di interrogativi.
 Nella poesia” La presenza di Dio” si evince che la verità secondo la poetessa consiste nel “credere”. E’ una verità relativa ma nella sua soggettività diventa un assoluto. Se non voler credere è dolore, allora la mancanza di verità allontana dalla felicità.
 Poiché credere è in ogni caso un atto di fede inderogabile .E resta il mistero, l’ultimo enigma dei labirinti psichici. Insolute domande, dubbi lancinanti, emozioni rincorse, rimorsi, rimpianti, gioie, dolori, innumerevoli riferimenti storici, spazio-temporali, letterari. Ciò che potrebbe essere stato, ciò che potrebbe accadere. E’ il continuo moltiplicarsi di rami, come in un intrico complicatissimo di vegetazione. Rami di labirinto che si sommano nel progressivo svilupparsi della vita. Misteri che incessantemente ci avviluppano, lasciandoci come assoluta certezza la nostra solitudine.(“L’ultimo enigma”). Infine l’amore, spirituale e materiale, avaro e distruttore, amore che determina come marionette ai suoi fili le esistenze,seduzione e vaneggiamento ebbro nella “notte bianca”.
Amore e sogno, che si manifesta all’interno del labirinto in incontri fatali, non casuali o causali, laddove il destino dell’uomo si dipana, appunto, tra casualità ed autodeterminazione o volontà, libero arbitrio, filo di Arianna ovvero strada per raggiungere la libertà, che è soprattutto assenza del dolore e coincide con la verità.
(“Miniere di sogni”,”Incertezza”, “Il rifugio dei sogni”, “Le glorie del millennio”,
“Il funambolo”, “Cascata”).”Non ti darò la mia solitudine, stasera”.

                                                                                                  
                                                                                     Luigi Leonardi

Luigi Leonardi risiede a Sarzana, è scrittore e studioso di storia locale .Tra le pubblicazioni, “Dentro lo Stige”, storia della Resistenza in Lunigiana. Recentissima, “Epurazioni”, edito da Mursia, 2011.

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