martedì 7 agosto 2012

LEZIONI DI GEOMETRIA DESCRITTIVA: TEORIA DELLE OMBRE del Prof. Franco Ortis


Se vogliamo che il nostro che il nostro disegno tecnico abbia a pavoneggiarsi ancor più per la sua bellezza, vanitoso com’è proprio come il suo creatore, viene abbellito con le ombre.
L’elaborazione grafica non è difficile da eseguirsi, basta ricordare quanto appreso nelle prime parti della geometria descrittiva di questo “ libello” e cioè della traccia della retta e dell’incontro di una retta con un piano ortogonale o altro di quanti conosciuti. Come si vede quei pochi elementi cui si è accennato In primis tornano costantemente a galla. Che cosa è un’ombra tutti noi lo sappiamo e quando avremo finito il nostro disegno dopo che gli abbiamo applicato le ombre, lo vedremo con maggior compiacenza perché l’effetto è invero straordinario. La teoria delle ombre ci dice di due tipi di ombra, cioè dell’ombra propria e dell’ombra portata.
E’ facile intuire la differenza tra i due tipi: l’ombra propria è quella dell’oggetto quando la luce lo colpisce nelle parti antistanti mentre, quelle sul retro e laterali sono all’oscuro. Queste vengono a proiettarsi sul piano proprio perché l’oggetto è solido e non lascia passare la luce.
Un esempio letterario lo abbiamo nella “Divina Commedia” di Dante Alighieri quando, per bocca di un dannato, il poeta fa cogliere la differenza fra lui e Virgilio che lo conduce per i gironi infernali. Infatti il dannato non riesce a capire perché trovandosi anche il poeta all’inferno lascia davanti o dietro di sé la sua ombra esattamente come quando era in vita e Dante spiega che lui non è un’anima attraversata dalla luce ma, ancora un mortale in visita agli inferi. mentre  Virgilio, deceduto parecchi secoli prima, essendo anima lascia passare la luce che quindi non si ferma sul suo corpo e questo pertanto non viene proiettato dalla luce stessa sul terreno.
L’inclinazione dei raggi della luce che determinano l’ombra è quella della diagonale del cubo e risulta essere quindi di 45 gradi.
 Allora per determinare per esempio l’ombra di una retta r perpendicolare a PO e parallela al PV, si agirà così:
Troviamo la traccia della r (T) condotta a 45° sia dal piede della sua prima proiezione sul PO che da quello della sua seconda sul PV. Se nella sua corsa la retta incontra il piano orizzontale abbiamo come ben sappiamo la prima traccia della retta, (T’) se invece incontra il piano verticale abbiamo la seconda, ( T’’). Uniamo la prima proiezione dell’ombra della retta con la sua traccia e avremo l’ombra portata della r.
Ho detto, uniamo. Perché potrebbe accadere che le due tracce sono su piani diversi, la prima sul PO e la seconda sul PV. In questo caso, trovate le due tracce della retta r P’ e Q” (P” e Q’ con il metodo di ritrovamento della terza traccia), uniremo tra loro le prime proiezioni P’ - Q’ e le seconde P”- Q” e una volta avuto il contatto con la LT delle prime o delle seconde queste devieranno a trovare il contato con la prima o con la seconda proiezione di r.
Ora vediamo le ombre portate di alcune figure normali ai piani di proiezione e in diverse sue posizioni nello spazio o sul PO del primo triedro.
OMBRA PORTATA DI UN RETTANGOLO PERPENDICOLARE AL PO CON IL LATO MAGGIORE E OBLIQUO AL PV.
Dato il rettangolo A-B-V-D- perpendicolare con il lato AB al PO e obliquo agli altri due piani ortogonali, per determinare la sua ombra portata una volta disegnata la figura piana si traccino a 45° le rette r – s passanti per i punti C’- D’ per i punti C”- D”. L’ombra portata avrà la seconda traccia per la retta r e la prima tracia per la s. La prima retta r ( r ’ ) incontra LT e poi verticalmente la sua seconda traccia m da cui avrà inizio l’ombra portata: la retta s ( s’ ) invece incontra con la su prima traccia P’ sul PO la sua seconda traccia S” proveniente da LT e prima da B”.
Si trovi la seconda traccia di T” si congiunga M” con T” e una volta incontrata si prosegua verso P’. Per quanto riguarda il lato superiore del rettangolo le rette t – v uscenti da C e da D avranno le sole seconde tracce N” e Q” le quali incontreranno le ombre uscenti da M” e Q” e l’ombra portata sarà disegnata. In nero coloreremo l’ombra visibile e in grigio la parte dell’ombra dietro il rettangolo ( Tav.52 ).
                                                                                          

Prof Franco Ortis

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