venerdì 23 dicembre 2011

Il mondo interiore dì Ezia Di Capua

Dall' ormai lontano '500 ma così vicino al mondo contemporaneo per certa sensibilità che ancora possiamo trovare nei fatti d'arte anche se non in tutte le poetiche  li distinguono, ci viene il nome di una stupenda pittrice specialmente di nature morte e per queste quasi in lizza con Michelangelo Merisi a lei contemporaneo più  noto forse ai meno abbienti come Caravaggio. Di quest'ultimo mi riferisco al famoso –Fiscella - (Canestro  di frutta) della Galleria milanese Ambrosiana e a questa donato dal Cardinale Federico Borromeo nel 1607 unitamente a tutta la sua collezione. Questa stupenda pittrice è Fede Galizia figlia del miniaturista Nunzio Galizia che la introdusse alla pittura alla sola età di 12 anni e con il risultato che appaga senz'altro la vista all'attento osservatore  che ammiri questa natura sua morta. Di Fede Galizia sono anche note le opere a tema religioso a lei commesse per le chiese milanesi e altrettanto noti sono i suoi ritratti. Vediamo un sia pur breve scorcio della chiesa di S.Antonio a Milano e due opere della Galizia che rappresentano S. Antonio Abate e Paolo l'Eremita.
"IN QUESTO TRISTE INVERNO"
Ezia Di Capua
Così vicina alla Galizia è la nostra Ezia Di Capua. La composizione formale di Ezia è assai meditata e vuole rappresentare tutto il suo mondo interiore rigorosamente sancito dalla eccezionale grafia che possiamo definire anche impegnata sulla innovazione un  dipingere squisitamente femminile. E credo che questa definizione calzi proprio a pennello, come si suol dire, e Ezia per la sua puntualizzazione incisiva delle opere che si stagliano magnificamente sui loro supporti cartacei o no che siano. I temi sono vari e la penna ne traduce lusinghieri fatti che denunciano aspetti adolescenziali e aspetti di più marcata rappresentazione storica e che riguardano infatti momenti spirituali di alta concezione religiosa. Vedasi la sua rappresentazione del S. Giorgio e il drago già eccellente composizione umanistica e rinascimentale come quella di Raffaello o quella appartenente alla leggenda crociata o a quella di S. Efflem o a quella della Brianza. Efflem era un sacerdote che cercò di far uccidere il drago da un principe ma data la paura di quest'ultimo affrontò lui stesso la bestia facendosi prima il segno della croce. A quella vista il drago fuggì e vomitò sangue sulle rive dell'oceano.
Certamente Ezia Di Capua non fa parte del mondo d'arte contemporaneo tipico di una particolare avanguardia anche se il termine non è proprio del nostro tempo  perchè risale ad almeno due secoli fa e non è tipico dell' arte bensì dei fatti sociali che hanno sconvolto il mondo della rivoluzione francese a quella russa a quella spagnola e al nostro novecento italiano. No! Ezia non è mai entrata. in questo termine e quindi non ne è mai uscita: il suo legame a una sorta di accademismo è nel suo intimo di artista; la precisione del segno come lo denuncia in senso positivo così lo denuncia l'afflato con la geometria e la prospettiva che sono di inverosimile coinvolgenza con l'ermetismo miracoloso di un Cezanne classico che sapeva come dipingere sfruttando la simbologia geometrica di cui si serviva nel suo affrontare un particolare primo cubismo dal quale trapelava l'analisi giottesca delle idee pittorico - grafiche. Osserviamo i particolari di questa opera grafica per eccellenza, anche i suoi minimi per accorgerci dell'assolutezza del discorso grafico con il quale Ezia riesce a coinvolgere l'osservatore. Il gioco prospettico è di assoluta precisione, determina spazi e rapporti spaziali  tra gli oggetti e tutto si svolge  su  un unico piano si da non permettere a inesistenti ombre di distribuire in profondità il tutto che evidenzia in tal modo la rigorisità delle varie geometrie e dei tanti punti di fuga prospettici.
E poi il fumetto di Ezia Di Capua. Qui la nostra pittrice ha affrontato un lavoro atto ai bambini illustrando un libretto musicale scritto per i ragazzini dal titolo: " Sogni mercanti e pulcini" pubblicato dalla casa editrice Eco di Milano. Insomma, la bravura. di Ezia non è discutibile, bravura e idea grafica vanno d'accordo e anche un suo lavoro eseguito su carta musicale è un valido esempio. Una punta avanzata Ezia in un campo innovativo all'interno della tradizione senza volumeggiare con il colore ma dando invece volume alla sua grafia che non spaesa certamente le immagini ma le costringe a una unione che le valorizza e dà loro determinata qualità ma forse è meglio dire ottima qualità.
Occorre pensare che la Storia dell' Arte si fonda quasi essenzialmente  sulla storia. delle idee ed è per questo motivo che è sempre aperta ai temi che affollano nel bene nel male l’operosità artistica. Roberto Longhi viaggia invece sulla falsa riga della  conscenza, attraverso le opere e se questa conoscenza ci giunge da quelle antiche, Johann Winckelmann con i suoi scritti sull'Arte antica informa, riusciamo a carpire la sua magia e giungere all'introspettività della sua anima. Ezia fa la sua storia attraverso le idee e pur dentro all' attività critico - mentale di un Longhi ci si ritrova: “Conosciamo la sua idea e arriviamo a leggere l'anima della sua opera”.
Un piccolo esempio, che poi tanto piccolo non è, ci viene dal ritmo e dall'eleganza sulle quali gli artisti della antichità affidavano la loro essenza artistica alle vesti dipinte o scolpite.  Ma soprattutto Ezia Di Capua, essenzialmente, da l'impressione proprio per la sua calligrafia  cromatica, di essere eccellente miniaturista. Mi viene in mente Girolamo da Cremona: osservando l’ adorazione dei pastori nel Capitolo della Cattedrale di Mantova. In Ezia è come la fusione tra misure rigorose  e ritmi. In un suo dipinto la Madonna è senza volto e il mistero è latente mentre il bambino si protrae in avanti come attirato da un gioco. Qui la calligrafia è quella di Girolamo e si accomuna alle immagini dello spartito musicale. La bravura di Ezia è veramente rimarchevole detto nel senso più positivo della parola e se non bastasse quanto ho  scritto parlano i suoi amorini. Fiori, foglie e natura, tutto insomma da la sensazione di un leggiadro e festevole minuzioso apparato unitamente a quello equilibrio che va sottolineato e specificato tra la insigne miniaturistica. Dire che Ezia è brava non mi stancherei mai di farlo presente per il clima emanato dalla nostra pittrice dalla decisa e spiccata personalità, motivo questo che ottimamente si concilia con il variopinto mondo della più squisita arte.  Abbiamo analizzato insieme le opere di Ezia Di Capua, alcune erano già note per un mio recente documento su questa brava pittrice. Altre sono nuove ma, comunque emanano vecchie e nuove, sempre nuove le prime, attimi di sospensione che solo la vera e buona. arte sa e riesce a trasmettere. Non si immagina osservando questo lavoro di Ezia ci si incanta.

Prof Franco Ortis


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